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mercoledì 30 novembre 2011

RATTIFICHE E PRECISAZIONI

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giovedì, 24 novembre 2011
In differenti occasioni ho segnalato che era possibile rimanere in Brasile come turisti per 180 giorni complessivi all’anno. Purtroppo ho una brutta notizia:
un aggiornamento recente ha profondamente cambiato il tempo di permanenza per ragioni turistiche dei cittadini italiani in Brasile. Mentre prima, come dicevo, era possibile rimanere 90 giorni + 90 giorni all’anno e dopo 6 mesi trascorsi fuori dal paese era possibile farvi ritorno, adesso non è più cosi.
Come sottolineato dal documento pubblicato sul Portal Consular del Ministério das Relações Exteriores, è possibile soggiornare per turismo in Brasile solo 90 giorni all’anno e questi giorni sono improrogabili. Insomma, se vi beccano dopo 90 giorni vi cacciano fuori come Adamo ed Eva dal paradiso



Il documenti con la tabella di tutti i paesi ed i relativi visti per il Brasile puoi visionarlo cliccando   Tabella dei visti per l'entrata degli stranieri, è aggiornato al 12/09/2011, notare che solo all’Italia tra parentesi è stato scritto “90 giorni all’anno improrogabili”.

Vi do però una buona notizia che si riferisce ad una possibile scappatoia:
se vi ritrovate in situazione irregolare in Brasile sappiate che saltuariamente applicano un’amnistia al riguardo. Eccovi l’ultima realizzata nel 2009:

Il Presidente Luiz Inácio ‘Lula’ da Silva ha ratificato oggi 2 luglio 2009, il progetto di legge 1.664-D, del 2007, conosciuto come: “Legge d’Aministia Migratoria”, che autorizza la residenza provvisoria dei cittadini stranieri in situazione irregolare in Brasile.

La nuova legge permette che tutti gli stranieri che si trovino in situazione di irregolare e siano entrati in Brasile prima del 1° febbraio del 2009 di regolarizzare la loro posizione e che godono della libertà di circolazione, diritto al lavoro, accesso al servizio sanitario, all’educazione e alla Giustizia.

La misura comprende le persone che siano entrate illegalmente in Brasile, quelle il cui visto si entrata sia scaduto o che non hanno beneficiato della precedente Legge di Amnistia 1998.

Secondo i calcoli del Ministero di Giustizia, circa 50 mila persone potranno essere beneficiate, anche se organismi internazionali stimano in 200 mila il numero degli stranieri in posizione irregolare in Brasile.

Gli interessati potranno presentare la domanda di regolarizzazione fino alla fine dell’anno (30 dicembre). Ma devono attendere che il Diario Ufficiale dell’Unione pubblichi il decreto del Ministero della Giustizia che normalizza i procedimenti previsti dalla legge. La tassa di regolarizzazione è di 67 R$ e quella della spedizione del documentò di identità di 31 R$.

La misura, per il segretario nazionale della Giustizia, Romeu Tuma Júnior, “Umanizza la questione migratoria” e combatte il traffico di persone che entrano in Brasile e sono impiegate in lavori analoghi alla schiavitù. Come accade attualmente per i lavoratori boliviani, contrattati informalmente per imprese di confezioni dello stato di São Paulo. Il segretario precisa che oltre ai boliviani, i cinesi, paraguaiani, peruviani e russi sono tra i principali gruppi che la nuova legislazione potrà beneficiare.

Attualmente circa 880 mila stranieri vivono regolarmente in Brasile, per la maggioranza proveniente dal Portogallo, Giappone, Italia e Spagna. Il governo stima che oggi oltre 4 milioni di brasiliani vivono all’estero. Tuma Júnior spera che l’iniziativa brasiliana “sensibilizzi e generi reciprocità” in altri paesi, e continua dichiarando: “I paesi stanno criminalizzando, il Brasile umanizzando”. Oltre alla ratifica della Legge sull’Amnistia, il Presidente ‘Lula’ oggi ha sottoscritto un messaggio al Congresso Nazionale, allegato al progetto per una nuova Legge per gli Stranieri.


Fonte: http://www.agenciabrasil.gov.br
Angel, un mio collaboratore di nazionalità argentina viveva stabilmente da più di 15 anni in Brasile senza visto e quindi in condizione di assoluta irregolarità. Non aveva mai avuto alcun tipo di problemi e realmente non si preoccupava per niente della cosa. Certo non poteva svolgere un lavoro regolarmente assunto e messo in regola ma aveva comunque sempre lavorato seppur in nero.
C’è da dire che viveva nella regione del nordest, meno fiscalista della regione sud e con più propensione eventualmente a chiudere un occhio. E' comunque una possibilità per vivere in Brasile da non scartare, la burocrazia ha là molte scappatoie che la rendono più sopportabile. Purtroppo le differenti legislazioni in materia di immigrazione rendono più complicato il processo di trasferirsi e lavorare all'estero. Sta a noi trovare le possibili scappatoie che fortunatamente esistono. Vivere all'estero richiede a volte elasticità, fantasia ed ingegno ma i vantaggi di reiniziare una vita più degna compensano ampiamente gli sforzi.

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